Costruzione di spazi più sicuri: Berberè è la prima realtà in Italia a diventare Safe Space
La certificazione Safe Space è stata finora concessa a pochissimi spazi nel mondo, principalmente negli Stati Uniti. Per l’Italia è un segnale forte: si tratta del primo riconoscimento a un’attività commerciale che premia l’impegno quotidiano per l’inclusione, il rispetto e la sicurezza con politiche scritte e azioni tangibili. I fratelli Aloe, commentano: «Accoglienza è sicurezza, ogni giorno»
5 maggio 2025

Cosa significa per Berberè essere un “Safe Space”:
- Formazione per tuttə contro la violenza linguistica
- Policy antiviolenza scritta e attiva in ogni sede
- Sezione whistleblowing anonima e accessibile
- Bagni gender-free e comunicazione plurale
- Sostegno a D.I.R.E. – Donne in Rete contro la violenza attraverso campagne di sensibilizzazione nei propri locali.
Berberè è la prima realtà in Italia, e tra le prime al mondo, a ottenere la certificazione Safe Space, riconoscimento assegnato dalla Stonewall Inn Gives Back Initiative, organizzazione no-profit nata dallo storico locale newyorkese simbolo della liberazione LGBTQIA+. Una conferma importante per un progetto imprenditoriale che da sempre mette al centro il rispetto, la valorizzazione delle diversità e il lavoro per la costruzione di ambienti di lavoro e accoglienza in cui tutte le persone si sentano rappresentatə e più al sicuro.
«Rispetto e cura sono alla base del nostro modo di fare impresa – raccontano i fondatori Matteo e Salvatore Aloe – Per noi, accogliere davvero significa costruire luoghi dove ognunə possa sentirsi ascoltatə e rispettatə, senza distinzione di genere, orientamento o provenienza. Vorremmo in Berberè uno spazio più sicuro, e questo sarà sempre il nostro impegno – ribadiscono –. Questa certificazione non è un traguardo, ma un punto di partenza per continuare, ogni giorno, a costruire luoghi davvero aperti, rispettosi e accoglienti per tuttə».
Cosa rende Berberè un Safe Space
Il percorso che ha portato a questo importante riconoscimento parte da lontano. Ovvero dalla fondazione del brand nel 2010. In questi anni grazie anche alla collaborazione con l'agenzia bolognese Comunicattive, sono state pianificate azioni e modalità che sono diventate abitudini aziendali. Nel 2024 tuttə le persone del team Berberè sono statə coinvoltə in un percorso formativo contro la violenza linguistica e ogni sede ha adottato una policy antiviolenza, pensata per prevenire discriminazioni, molestie e stereotipi. Sul sito ufficiale è attiva anche una sezione dedicata al whistleblowing, che consente di segnalare in modo sicuro e anonimo comportamenti non conformi al codice etico.
L’attenzione di Berberè verso l’inclusione è anche concreta e visibile. Da anni l’azienda sostiene D.I.R.E. – Donne in Rete contro la violenza, contribuendo al lavoro dei Centri antiviolenza e promuovendo campagne di sensibilizzazione nei propri locali. Adesivi, cartoline e i cartoni della pizza riportano QR code che guidano chiunque ne abbia bisogno verso il CAV più vicino.
Anche il linguaggio è parte integrante di questo impegno: dalla comunicazione gender-neutral online e offline, all’uso dell’asterisco sullo zerbino per un benvenuto non binario, fino a campagne inclusive per ricorrenze come San Valentino, la Festa dellə mamme o dellə papà. Nei ristoranti, la segnaletica dei bagni è gender-free, per rendere ogni spazio davvero accessibile.
Stonewall Inn IPA: una birra che racconta diritti
La certificazione Safe Space è parte di un percorso più ampio che ha visto Berberè collaborare anche con Brooklyn Brewery per il lancio della Stonewall Inn IPA, una birra che sostiene Create Space, il progetto di SIGBI dedicato alla creazione di spazi sicuri anche nel mondo della birra artigianale.