Berberè sostiene D.i.Re contro la violenza di genere

In occasione del 25 novembre, Berberè rinnova il suo sostegno nella lotta contro la violenza di genere, ma il suo impegncontinua tutto l'anno insieme ad azioni mirate per la promozione di un ambiente di lavoro dove il rispetto, l’inclusività e il benessere di tutte le persone sono di casa

Promuovere la cultura dell'uguaglianza di genere e contrastare ogni forma di molestia costituiscono due dei valori fondamentali di Berberè che, anche quest’anno, sostiene con una donazione le attiviste di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, una rete di 117 centri antiviolenza distribuiti in Italia.

Dal 25 novembre al 10 dicembre (i 16 giorni di attivismo della campagna delle Nazioni Unite), Berberè lancia la campagna di sensibilizzazione “La violenza di genere non è sul menù”, una serie di iniziative e risorse che proseguono tutto l’anno, oltre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’obiettivo è quello di informare la clientela e far conoscere loro i centri della rete D.i.Re attraverso strumenti di comunicazione come i 25.000 cartoni della pizza destinati al delivery, su cui viene applicato un adesivo con QrCode con i contatti di tutti i Centri Antiviolenza della rete, o le 5.000 cartoline con lo stesso messaggio rese disponibili con continue ristampe all’interno delle 20 pizzerie italiane del marchio. Inoltre, la campagna sarà diffusa attraverso la distribuzione in cassa di stickers, con la condivisione sui canali social, attraverso la newsletter e il sito web di Berberè.

“Con la campagna “La violenza di genere non è sul menù” vogliamo fare delle nostre pizzerie un presidio a tutela delle donne e permettere alle clienti e ai clienti di accedere in modo immediato ai contatti e alle informazioni di tutti i Centri Antiviolenza D.i.Re presenti sul territorio. Attraverso i cartoni della pizza che arrivano dentro casa, le cartoline e gli stickers in distribuzione nelle pizzerie, ci auguriamo di accorciare le distanze tra chi ha bisogno d’aiuto e chi di quell’aiuto ha fatto una mission”, spiega Salvatore Aloe, co-founder di Berberè insieme al fratello Matteo.

Con le sue 88 organizzazioni, 117 Centri antiviolenza e 66 case rifugio, D.i.Re (www.direcontrolaviolenza.it) accoglie e sostiene gratuitamente ogni anno più di 20.000 ragazze e donne che subiscono violenza maschile. L’associazione s’impegna a promuovere il cambiamento culturale necessario per fronteggiare il fenomeno della violenza maschile sulle donne attraverso iniziative di divulgazione e diffusione, progetti di ricerca e, soprattutto, grazie a un lavoro quotidiano all’interno dei Centri Antiviolenza.

“Siamo molto soddisfatte che questa collaborazione continui anche quest'anno. Diffondere la fondamentale presenza dei centri antiviolenza a un pubblico sempre più vasto può diventare un'azione importante per molte donne che decidono di uscire da situazioni di maltrattamento o violenza. I centri antiviolenza le aspettano per progettare insieme il loro percorso di libertà”, commenta Antonella Veltri, Presidente di D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza.

L’impegno di Berberè: la ​ formazione del personale in tema di cultura di genere
La responsabilità sociale di Berberè va oltre l’occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“Coinvolgiamo quotidianamente e attivamente il personale nella campagna “La violenza di genere non è sul menù”, condividendo con loro ragioni e obiettivi. All’interno del più ampio progetto di formazione che da marzo trova il suo quartier generale negli spazi di Casa Madre a Bologna, prevediamo per tutte e tutti i dipendenti un training per stimolare l’utilizzo di un linguaggio inclusivo e attento alla rappresentazione delle diversità all’interno dell’azienda. Il nostro personale ha un'età media inferiore ai trent'anni, anche nelle figure manageriali, ed è composto da 40 nazionalità diverse. Per noi è importante garantire un ambiente più sicuro in cui poter crescere, non solo professionalmente, ma anche nel rispetto della propria identità”, commenta Salvatore Aloe, co-founder di Berberè insieme al fratello Matteo.

Nel 2024 Berberè ha avviato, all'interno del suo piano di formazione rivolto al personale, il corso “Non è sul menù”, condotto da Comunicattive - agenzia di comunicazione e marketing specializzata in comunicazione di genere - e destinato al management dell’azienda, con lo scopo di riflettere sulle diverse forme di discriminazione e violenza che si manifestano attraverso il linguaggio, tra cui sessismo, abilismo, razzismo e omolesbobitransfobia.

Infine, insieme alla Fondazione Libellula, Berberè ha introdotto in azienda la policy “Safe at work”, attraverso la quale si impegna attivamente per costruire, curare e abitare un ambiente di lavoro “safe” e plurale, libero da discriminazioni, intimidazioni o ingiustizie sanzionando i comportamenti violenti e le molestie.

 

Maggiori informazioni su Berberè

2 giovani imprenditori, quasi 400 dipendenti, 19 locali in Italia, 2 a Londra e una grande passione: quella per una pizza buona, artigianale, realizzata con impasto da lievito madre vivo e farine biologiche, guarnita con prodotti stagionali selezionati, servita con gentilezza a prezzi accessibili.
Berberè è l'insegna di pizzerie creata nel 2010 a Bologna dai fratelli Matteo e Salvatore Aloe e divenuta una realtà di successo riconosciuta dal pubblico e dalla critica enogastronomica. 
Berberè promuove, attraverso la pizza, una vera rivoluzione della cultura gastronomica fondata sull'artigianalità. 
Berberè è al 5° posto nella classifica del 2023 delle migliori catene di pizzerie artigianali nel mondo stilata da 50 Top Pizza e ha recentemente ricevuto la conferma del prestigioso riconoscimento 3 Spicchi Award assegnato da Gambero Rosso al locale di Castel Maggiore all’interno della Guida Pizzerie 2025.

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